Cosa significano economia circolare e sviluppo sostenibile? Vediamo le loro applicazioni nella mission e nelle attività aziendali.

Sostenibilità, economia circolare e innovazione costituiscono le nuove linee guida per un progresso rispettoso e intelligente

Nuovi termini sono entrati nel nostro vocabolario con la concezione e l’applicazione degli attuali modelli economici. Uno tra tutti è il modello di economia circolare che comporta una modifica sostanziale rispetto agli approcci finora utilizzati in relazione al mercato, ai clienti e alle risorse.

Che cos’è l’economia circolare?

L’economia circolare, o Circular Economy, è un modello economico di produzione e consumo basato sul principio delle tre R: ridurre, riutilizzare, riciclare.

Questo principio è fondamentale per sviluppare un cambio di paradigma dal modello di economia lineare a quello più ecologico dell’economia circolare.

Tutte le fasi produttive sono pertanto incentrate sull’utilizzo di materie rinnovabili, riciclabili e biodegradabili; si favorisce l’estensione del ciclo di vita dei prodotti; si privilegia il recupero e il riutilizzo degli oggetti.

Si sviluppa così la sharing economy, l’economia della condivisione e della collaborazione, anche attraverso i progetti di sharing mobility, la mobilità condivisa nelle città con l’utilizzo di mezzi ecologici a noleggio per gli spostamenti quotidiani.

I benefici che si producono con l’applicazione di questo modello economico sono molteplici:

  • La protezione dell’ambiente, preservando la biodiversità e riducendo l’utilizzo delle risorse naturali;
  • La riduzione della dipendenza dalle materie prime, utilizzando le materie prime seconde ottenute dal riciclo degli scarti e limitando l’impatto ambientale;
  • La creazione di posti di lavoro e la promozione dello sviluppo per tutti.

Per distaccarsi dal modello precedente di economia lineare e aiutare nella transizione verso l’economia circolare è stata inoltre sviluppata nel 2015 l’Agenda 2030, sottoscritta da 193 paesi aderenti alle Nazioni Unite, che prevede 17 obiettivi principali e 169 propositi concreti.

I 5 pilastri dell’economia circolare

L’economia circolare è fondata su 5 pilastri che la sostengono e ne favoriscono lo sviluppo:

  1. La sostenibilità delle risorse;
  2. Il prodotto come servizio;
  3. L’utilizzo di piattaforme di condivisione;
  4. L’estensione del ciclo di vita;
  5. Il recupero e il riciclo;

Tutti questi princìpi possono agire da soli o in combinazione, a seconda del settore in cui vengono applicati ma devono concorrere attivamente allo sviluppo dell’economia circolare, necessaria alla tutela del Pianeta.

L’economia circolare è il modello da seguire per la realizzazione di uno sviluppo sostenibile, cioè di un sistema che riesce a generare progresso senza lo sfruttamento di risorse umane e ambientali.

La differenza con l’economia lineare

Come spiegato nel nome stesso, l’economia lineare è un modello produttivo che vede un inizio e una fine: si parte dall’estrazione delle materie prime, si passa alla lavorazione per la produzione del bene e si termina con il suo esaurimento.

Non sono previste attività di recupero, riciclo o riuso ma il suo ciclo di vita si esaurisce, terminato il suo utilizzo.

Si possono individuare sostanzialmente 5 fasi del ciclo di vita di un prodotto:

  1. L’estrazione delle materie prime;
  2. La lavorazione delle materie per la produzione del prodotto;
  3. La distribuzione sul mercato;
  4. Il consumo del prodotto fino al suo esaurimento;
  5. Lo smaltimento dei rifiuti.

Questo sistema era sostenuto dal concetto che le risorse naturali fossero illimitate e non si avesse bisogno di sistemi di monitoraggio, analisi e recupero.

In verità, i processi di estrazione e lavorazione sono molto inquinanti e hanno un forte impatto sull’ambiente. Senza considerare che le risorse del Pianeta, in termini di materie prime, si stanno riducendo sempre di più.

Successivamente, con il monitoraggio degli effetti dei mutamenti climatici, l’aumento dell’attenzione sull’ambiente e sugli effetti dei processi produttivi, si è sviluppata la necessità, a livello mondiale, di invertire la rotta.

Perché si parla di sviluppo sostenibile?

Lo sviluppo sostenibile viene definito, fin dal 1988 dall’ONU, come il raggiungimento di un delicato equilibrio tra sviluppo economico, sociale e ambientale.

Si tratta di concepire nuovi modelli di sviluppo per il benessere delle persone, dell’economia e dell’ambiente rispettando però le risorse a disposizione e, anzi, se possibile, riutilizzandole con un impatto ambientale minimo.

L’intento è quello di limitare l’effetto dei cambiamenti climatici e di sviluppare benessere sociale ed economico per tutte le persone, debellando povertà e ineguaglianza.

La visione è quindi globale, non solo ristretta al mondo imprenditoriale ma rivolta anche all’amministrazione cittadina, ai diversi attori sociali fino al coinvolgimento del singolo individuo.

Si parla infatti anche di sostenibilità cittadina per la creazione di ecosistemi tra gestione pubblica, cittadinanza attiva e imprenditoria.

Come EDR interpreta e applica lo sviluppo sostenibile

EDR opera in un settore molto importante e delicato come quello dei servizi alle imprese e ogni giorno si occupa degli aspetti cruciali della gestione e smaltimento dei rifiuti.

Effettuare le scelte corrette in questo ambito significa rispettare le normative previste e, allo stesso tempo, agire concretamente per la salvaguardia dell’ambiente.

La sicurezza, il rispetto delle regole specifiche del settore e il benessere delle persone e dell’ambiente sono infatti alla base dell’attività professionale di ogni azienda.

Lo sviluppo tecnologico consente di effettuare miglioramenti significativi in ciascuno di questi ambiti tramite l’utilizzo di componenti hardware e software, agendo sui processi produttivi e organizzativi aziendali.

La digitalizzazione ha un impatto notevole anche per lo sviluppo dell’economia circolare e della sostenibilità in azienda, aiutando nella gestione delle risorse sia materiali che umane, riducendo gli sprechi e ottimizzando la pianificazione delle operazioni.

La sfida lanciata dal raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 richiede infatti l’applicazione di una mentalità evoluta e digitalizzata in ambito aziendale.

EDR ha deciso di raccogliere questa sfida nella sua attività quotidiana puntando su una forte digitalizzazione che pone al centro il cliente e le sue esigenze, nell’ottica di sviluppare una gestione sempre più sostenibile.

Inoltre, pensa alle generazioni future operando concretamente sul territorio e sulla comunità locale con un’iniziativa di grande valore sociale e culturale.

Esperienza, visione e attenzione per l’ambiente si sono allora trasformate nel desiderio di sostenere i progetti educativi e creativi del teatro pedagogico che si esprimono attraverso l’Associazione ScenikaLab.

L’Associazione di Teatro Pedagogico ScenikaLab realizza laboratori didattici e percorsi di sensibilizzazione sui temi dell’educazione ambientale nelle scuole di Milano e Monza Brianza.

Educare le nuove generazioni su comportamenti mirati alla riduzione degli sprechi, alle attività di riciclo e riutilizzo, e al rispetto dell’ambiente è di fondamentale importanza per sviluppare atteggiamenti ecologici e virtuosi.

Applicare uno sviluppo sostenibile significa apportare miglioramenti significativi oggi per poi trasmetterli alle generazioni che verranno nella consapevolezza che il futuro si costruisce a partire dal presente.